Il Re Leone _ Review _ Special LiveAction
- Lady Noir
- 6 ott 2020
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 25 giu 2021
Finalmente nel dedicarci ai live action possiamo farlo di film singoli, anche se ad essere sinceri spero tanto che di questo film facciano anche il secondo.
Questo in realtà non potrebbe nemmeno essere definito un live action, visto che tutta la pellicola è stata fatta in CGI. Ovviamente sto parlando de "Il Re Leone".

Questa trasposizione di uno dei migliori classici Disney che sono andati sul grande schermo è di Jon Favreau, ed è uscita solo l'anno scorso.
Molte critiche hanno attorniato questa pellicola, sia prima che dopo la sua uscita, eppure a suo tempo è incredibilmente riuscita a superare l'intoccabile "Frozen" con in suoi guadagni al botteghino. La maggior parte di queste critiche sono state prima perché non poteva assolutamente essere come il classico originale, e poi perché era troppo uguale al classico originale. Ironico, vero? Ma andiamo con ordine.

Trama (e differenze dal classico originale):
Dubito altamente che qualcuno non conosca la storia di questo film, ispirato niente meno che dall'Amleto di Shakespear, dubito persino che ci sia qualcuno così insensibile da non essere finito almeno una volta in lacrime e traumatizzato dalla morte di Mufasa, ma comunque in modo molto breve cercherò di raccontarvi la trama.
Il giovane Simba è un leoncino irrequieto, oltre che futuro re del regno, ma suo zio Scar progetta di prendere il suo trono, uccidendo il fratello (ossia il padre di Simba) e facendo sentire in colpa il cucciolo che scappa via.

Nonostante però molti abbiano detto che il classico e il live action sono praticamente identici, io ho notato alcuni elementi che hanno dato più caratterizzazione e veridicità a scene che altrimenti sarebbero rimaste inspiegate o comunque spiegate in modo fantasioso e molto bambinesco, a partire dal semplice scambio di battute tra Timon e Pumba durante Hakuna Matata, in cui il suricata non ferma più il facocero nel momento in cui parla di “scorregge”, ma anzi dice che lo disgusta.
Ora, non vorrei raccontare tutte le differenze, soprattutto per non rovinare il godimento del film a chi non l’ha ancora visto, ma posso sicuramente dire che i personaggi di Nala e Sarabi sono resi molto meglio rispetto al classico e che una delle scene più belle è il modo in cui Rafiki scopre che Simba è vivo.

Giudizio tecnico:
Come abbiamo detto, tutto il film è realizzato in CGI, quindi sicuramente il lato tecnico è il più importante in assoluto in quest’opera (soprattutto perché non c’è nessuna recitazione), ogni espressione ogni elemento della scenografia, tutto in questo film è computerizzato. Nonostante i più puntigliosi, che devono per forza trovare il pelo nell’uovo in ogni cosa, dicano che i leoni non hanno i genitali e le leonesse le mammelle (cosa che comunque reputo superflua per la caratterizzazione dei protagonisti), io invece ho apprezzato molto il lavoro dell'equipe degli effetti speciali coordinata da Robert Legato (vincitore di ben tre premi oscar, tra cui quello di Titanic) nella realizzazione degli animali, sembrava quasi di vedere un documentario; e a proposito di questo, un’altra grossa lamentela è stata la poca espressività dei personaggi, un’affermazione che mi ha portato a chiedere come potessero pensare che degli animali si potessero esprimere allo stesso modo di noi umani.

Un chiaro esempio è la reazione di Simba alla morte di Mufasa: nel cartone piange, si infila sotto la sua zampa, lo scuote, quasi come se le sue zampe anteriori fossero mani; mentre nel live action vediamo solo la sua espressione spaventata e sconsolata e poi lo vediamo accucciarsi vicino al corpo esanime del padre. Una cosa molto simile, più realistica e resa a mio parere molto bene è la battaglia finale tra Simba e Scar.
In tutto questo però, l’equipe di produzione non ha rinunciato a riportare alcune scene del classico Disney, esattamente com’erano, come accade all’inizio del film durante “Il cerchio della vita”, in cui le scene con gli animali che si recano alla Rupe dei Re, sono identiche all’originale.

Sceneggiatura e doppiaggio:
Non ho assolutamente nulla da discutere sulla sceneggiatura del film, scritta o meglio riscritta da Jeff Nathanson, molte della battute sono esattamente quelle che vediamo nel classico, tanto che in certi momenti le avrei potute ripetere a memoria. Forse solo due differenze mi sono saltate subito all’occhio, anzi all’orecchio, ed entrambe riguardano Timon e Pumba: uno è il già citato momento in cui il suricata non rimprovera l’amico dicendo che non deve dire quelle cose davanti ai bambini, ma anzi dice che non riesce a fermarlo tanto lo disgusta; l’altro momento è quando Simba propone loro di fare da esca. Ora, abbiamo già detto prima che in questo live action si è tentato di rendere più realistica e veritiera la storia (per quanto possano essere realistici degli animali che parlano), questo ha portato ad un problema di fondo, Timon non poteva certo distrarre le iene “indossando un gonnellino e ballando la hula”; la Casa di Topolino, perciò, ha optato per una chiarissima citazione ad un’altro suo classico “La Bella e la Bestia”, facendo dire a Timon le stesse battute che dice Lumiére quando presenta la cena a Belle, prima di “Stia con noi”.

Se però non sono d’accordo su molte critiche insensate fatte al film, una grossa, anzi direi enorme pecca ce l’ha: il doppiaggio italiano. Chi mi conosce sa bene quanto io apprezzi il nostro doppiaggio e i nostri doppiatori, ma per qualche arcano motivo che ancora non mi spiego, per doppiare Simba e Nala adulti non sono stati scelti dei doppiatori professionisti, ma Marco Mengoni ed Elisa. Ora comprendo che sono dei cantanti fenomenali e sicuramente “L’amore nell’aria” cantata da loro due è qualcosa di meraviglioso e magico, ma quando poi parlano sono inascoltabili, con una dizione pessima e una pronuncia, soprattutto quella di Elisa, che è quasi raccapricciante. Insomma, perché non potevano usare due doppiatori diversi per il parlato, e far fare a loro solo le parti cantate, come d’altronde hanno fatto molte altre volte?

A compensare però la brutta performance dei due cantati abbiamo due professionisti del doppiaggio come Massimo Popolizio che dà la voce a Scar e Luca Ward che invece la presta a Mufasa.
Colonna sonora:
La colonna sonora è quella classica che ricordiamo tutti, quella di Hans Zimmer che ci ha fatto sognare, anche se gli interpreti, sia inglesi che italiani sono cambiati. Abbiamo già parlato di Marco Mengoni ed Elisa che cantano le canzoni di Simba e Nala in italiano, canzoni che in originale vengono cantate da Donald Glover e Beyoncé, e a proposito del ruolo della leonessa, vi è una nuova canzone inedita, cantata proprio dalla parte femminile, che ho trovato spettacolare e che si sente in sottofondo quando Simba decide di tornare a casa, meravigliosa in entrambe le versioni.

Forse, però, ci sono due canzoni del classico che nel momento in cui sono state riadattate possono aver fatto storcere il naso ai più tradizionalisti: la prima è "Sarò re" di Scar, che ha perso il suo lato epico, trasformandosi in una parte semi parlata, con solo un paio di acuti, anche se con la voce di Massimo Popolizio rende incredibilmente bene; la seconda invece è proprio la famosa "Il cerchio della vita" che non è più cantata da Elton John o Ivana Spagna, ma da Cheryl Porter in entrambe le versioni, e visto che l'interprete è afroamericana la canzone suona più caratteristica, ma ovviamente diversa da come la ricordavamo.

Ovviamente, in questa recensione speciale ho saltato completamente recitazione e costumi, visto che non ne avrei potuto parlare. Come sempre non starò qui a consigliarvi di vedere questo film, sia per le critiche che ha ricevuto che per il fatto che magari non tutti possono apprezzarlo, ma comunque spero come al solito di avervi messo un po' di curiosità.
Comments