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Lilli e il Vagabondo _ Reviews

  • Immagine del redattore: Lady Noir
    Lady Noir
  • 30 mar 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 22 ago 2020

Erano mesi che attendevo questo film, ed è quasi un peccato che non è stato mandato sul grande schermo (sia per motivi logistici, sia per scelta di distribuzione) perché avrebbe meritato molto. A dirla tutta avrei voluto recensirlo successivamente, assieme a tutti gli altri live action dei classici Disney, ma vista l’uscita della piattaforma Disney+ mi pare giusto dedicargli una bella recensione, visto che è stato il primo film che ho visto dalla uscita di essa.

Sto parlando della versione live action di Lilli e il Vagabondo.



Non saprei davvero da dove cominciare per parlare di questo piccolo e meraviglioso capolavoro della Casa di Topolino, che ultimamente soprattutto con queste sue opere in live action sta dando il meglio di sé, ma vedrò di cominciare dal principio.

Il film è stato diretto da Charlie Bean e scritto da Andrew Bukalski e Kari Granlun ed è proprio a loro che vorrei fare l’elogio più grande, perché la sceneggiatura è davvero ben costruita, arrivando persino a superare quella del classico del 1955.

La storia, basata sul racconto “Happy Dan, the Whistling Dog” di Ward Green, pubblicato sulla rivista Cosmopolitan, non credo che abbia bisogno di presentazioni.



Eppure, come ogni live action di questo periodo che si rispetti, la Disney ha dato una svolta di intraprendenza e vigore alla storia, donandole più profondità.

Ci sono infatti alcune scelte che hanno intensificato la trama, mettendo più pathos alla storia e dando più caratterizzazione ai personaggi, a partire proprio da protagonisti.

Un po' grazie alle voci, di Tessa Thimpson e Justin Theroux nella versione originale in inglese, e di Maria Letizia Scifoni e Simone D'Andrea nella versione italiana, un po' grazie ai cani che sono stati scelti per il film e che con il CGI vediamo parlare ed esprimersi in un modo leggermente più umano, riusciamo quasi a percepire di più le emozioni.



Trovando una Lilli che nonostante sia abituata al lusso, ha voglia di avventure ed è più spigliata e sensibile, che non se la prende con Biagio per le svariate amanti (che non vengono nemmeno nominate), ma piuttosto lo compatisce per il suo non volersi legare a nessuno. Dall'altro lato Biagio è il vero e proprio "vagabondo" del titolo, un cane che prima di conoscere Lilli aveva l'unico scopo e ideale di essere libero e spensierato, di divertirsi, senza limiti e soprattutto senza vincoli di vere e proprie amicizie, che nel cartone sembravano quasi forzate.



Sempre rimanendo in tema doppiaggio, un elogio speciale va sicuramente alla colonna sonora, che non è cambiata di una virgola (così i tradizionalisti fissati con i testi originali non possono lamentarsi), tra cui ovviamente ho adorato più di tutte la canzone di Gilda che, se nella versione parlata ha la voce di Gemma Donati, nella canzone ha la voce di una fantastica Arisa, che rende la cagnolina sexy proprio come lo faceva Nancy Brilli nel classico originale. L’unica eccezione la fa la canzone dei due gatti siamesi, resi ancora più inquietanti dal CGI, che abbandonano il loro aspetto elegante e orientale con i colori nero - champagne e la “l” al posto della “r”, assumendo invece un tono grigio e cantando una canzone molto più movimentata che dà ritmo al caos che provocano in casa. Meravigliosa oltre ogni dire, anche la canzone “Dolce sognar” che come sempre mette i brividi e viene voglia di cantarla accollati al proprio fidanzato/fidanzata o abbracciati a un cuscino.



Se dobbiamo trovare il pelo nell’uovo, comunque, una pecca c’è: una scelta molto family friendly della Disney che molti hanno notato e che ha creato una discrepanza storica. Tesoro, la padrona di Lilli, esattamente come la zia Sara, sono leggermente mulatte e in quel periodo (a giudicare dai vestiti e dai modi di fare, fine Ottocento inizio Novecento) era impossibile che un uomo bianco come Johnny Caro, si sposasse con una donna anche solo leggermente di colore. Ciò però non toglie bellezza alla trama e soprattutto ai due protagonisti umani, che nel cartone della nostra infanzia a malapena si vedevano in volto e che ora invece assumono quasi un ruolo fondamentale, imponendosi all’accalappiacani per lasciare andare Biagio per adottarlo. Senza considerare che finalmente il “pupo” della versione animata, ha un sesso, un volto e un nome: si chiama Lulu ed è una meravigliosa bambina.



Poi, beh, se siete dei tradizionalisti incalliti, forse potreste rimanerci male per l’assenza di Wiskers (Wisky nella versione italiana, che comunque per motivi di family friendly e censura non avrebbe potuto tenere lo stesso nome) che invece è diventata Jakie ed è una meravigliosa vecchietta bisbetica che si fa vestire dalla sua padrona.

Insomma, credo sia un film reso assolutamente bene, molto dolce, elegante e con più pathos di ciò che ci era stato presentato nella sua prima versione (forse anche perché sono cambiati i tempi) e consiglio davvero a tutti di vederlo, magari in famiglia tutti assieme.


Ovviamente, lo trovate disponibile su Disney+!





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