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Saving Mr. Banks _ Reviews _ Special Live Action

  • Immagine del redattore: Lady Noir
    Lady Noir
  • 23 dic 2019
  • Tempo di lettura: 6 min

Aggiornamento: 7 giu 2024

Questa recensione esisteva già sul blog di Fundimoz, ma l’ho dovuta riscrivere usando lo stile che ho adottato nelle recensioni successive, visto che è stato uno dei miei primi post sul blog.

Inizialmente non sapevo se trattare questa serie di live action come una trilogia (e quindi recensirli tutti assieme, come ho fatto con molte altre saghe) oppure separarli e fare una recensione per ognuno di loro. Alla fine ho optato per una specie di via di mezzo, proprio in constatazione al fatto che il primo film l’avevo già recensito ed in qualche modo è distaccato dai due di cui parlerò successivamente.

Il live-action in questione, uscito al cinema nel 2013, con la regia di John Lee Hancock è “Saving Mr. Baks” che, per chi non lo sapesse, è la storia (forse leggermente romanzata su alcuni punti) di come Walt Disney ha ottenuto i diritti di “Mary Poppins” dalla sua autrice originale (capirete bene che i due film di cui tratterà la prossima recensione, e che ero indecisa se trattarli insieme a questo, siano appunto i due film della tata più famosa della casa di Topolino).


 

Trama (differenze dall’originale):

Cominciamo col cercare di raccontarvi di cosa tratta nello specifico questo film. Come già accennato, “Saving Mr. Banks” racconta la faticosa lotta, di ben vent’anni, di Walt Disney per i diritti di Mary Poppins che a suo tempo, nel lontano 1964, la sua autrice Pamela Lyndon Travers si teneva ben stretti. Tutto il film si alterna tra il “presente” (ovviamente si parla del presente del 1964, non del nostro) descrivendo ciò che è veramente successo negli studi della Disney in cui riuscì finalmente a ricevere i tanto sofferti diritti per rendere il romanzo un film; e il “passato” della stessa Pamela, in questo caso (forse) leggermente romanzato dagli sceneggiatori, Kelly Marcel e Sue Smith e dal regista (ma ne parleremo meglio più avanti).

Se dovessimo quindi valutare delle differenze dalla storia originale, dovremmo farlo solo nella parte che io ho definito “presente”, ossia quella del 1964, e vi posso assicura che trovereste molto poco da criticare. Alla fine del film, infatti, durante i titoli di coda, si trovano le registrazione su nastro di tutte le decisioni prese in studio dallo staff del film di “Mary Poppins” (regista, compositori, sceneggiatori, assistente) e Pamela, che non faceva altro che criticare e correggere ogni cosa non le andasse a genio, minacciando Walt che se il film non fosse andato esattamente come voleva lei, non avrebbe firmato nessun contratto per cedere i diritti. Ovviamente nel film vediamo che aveva delle buone ragioni per essere così, insopportabilmente, puntigliosa e restia, ma vi posso assicurare che comprendo quanto l’intero staff scelto appositamente dal Walt, trovasse esasperante ogni protesta della donna.

Una fatica che però ha permesso a questa grande casa cinematografica di creare non uno, ma ben due capolavori: il primo quel "Mary Poppins" del 1964 e il secondo questo meraviglioso film, che ci racconta la verità  che c'è dietro al primo. Una verità  terribile e allo stesso tempo divertente, che in certi momenti ci fa ridere e in altri ci fa piangere.


 

Giudizio tecnico:

C’è davvero poco da dire sul giudizio tecnico, o meglio c’è molto da dire, ma questa volta non parliamo più di CGI, di effetti speciali o di Green Screen. L’elogio del comparto tecnico di questo film, infatti, va agli scenografi: Michael Corenblith, Lauren Polizzi e Susan Benjamin; che (forse anche grazie all’aiuto del regista) sono riusciti a ridare la stessa magia degli Studi Disney che c’era una volta. Non che ora gli studi della casa di Topolino non siano magici, ma sicuramente sono più moderni rispetto al 1964. Inoltre la cosa che mi ha colpito di più è come siano riusciti a rappresentare alla perfezione alcune scene, uguali identiche a com’erano negli avvenimenti originali.

Altro elogio però lo merita il montaggio di Mark Livolsi, a mio parere, deve essere stata la parte più difficile del lavoro, in questo film più che in altri. La capacità  di Hancok nel dare al montatore (famoso oltretutto per il live action de “Il Re Leone”) i giusti stacchi per passare da “passato” (quello della piccola Pamela) al “presente” (ovvero il fatidico 1964) senza dare fastidio allo spettatore è a dir poco incredibile. Inoltre ci sono molte inquadrature che si concentrano sui piccoli dettagli, quei piccoli dettagli che permettono allo spettatore di godersi ogni punto di vista, e che io apprezzo molto in tutti i generi di film. Un esempio lampante di questo tipo di montaggio è sicuramente la scena della creazione della canzone "Due penny in banca”, che ho apprezzato davvero molto, in cui è stato gestito egregiamente il passaggio tra i due tempi diversi, del “passato” e “presente” di Pamela, dandoci l'impressione di essere finalmente nella sua testa e non solo di vedere dei ricordi distinti.


 

Recitazione:

Ci sono diversi attori che hanno dato il meglio di loro in questo film. I personaggi in fin dei conti sono pochi e si potrebbero contare sulla punta delle dita di forse due mani, ma purtroppo, almeno a mio modesto parere, nonostante il loro talento sono oscurati, o fanno da sfondo (decidete voi la definizione meno sminuente) alle due star principali. Sì, perché se bisogna elogiare la recitazione di questo film non si può non fare un lunghissimo applauso ai due fantastici Tom Hanks e Emma Thompson che hanno interpretato proprio i due protagonisti di questa storia. Ovviamente è inutile citare una qualsiasi opera di questi due mostri del cinema (che oltretutto abbiamo già visto entrambi in altre recensione live action disney), hanno un grande talento, e questo film è semplicemente una conferma. Sono sicura che se Walt Disney e Pamela Travers fossero stati ancora vivi, avrebbero apprezzato moltissimo la fedeltà con cui sono stati rappresentati.

Posso però fare un piccolo appunto di un interpretazione che io ho apprezzato parecchio (forse anche perché ho un debole per la sua recitazione) e che riguarda un personaggio del passato di Pamela, ossia un incredibile Colin Farrell nei panni di Robert Goff, il padre della piccola Pamela.


 

Sceneggiatura e doppiaggio:

Come ho detto avrei parlato più nello specifico di questi passaggi tra “presente” e “passato” in questo frangente (anche se abbiamo notato che pure nel montaggio è il fulcro principale di questo film). Ho detto infatti, che credo alcuni passaggi della Pamela bambina siano romanzati, questo perché non sono sicura al cento per cento che i fatti del “passato” siano andati nell’esatto modo in cui gli sceneggiatori Kelly Marcel e Sue Smith (già citati prima) hanno deciso di rappresentarli. Ovviamente non spoilero nulla a chi non l’ha visto, ma posso dirvi quello che credo si capisse o s’intuisse del passato di Pamela. Lei era molto legata ai personaggi di Mary Poppins e del Signor Banks, nella sua storia, questo stava a significare che molto probabilmente vedeva in quei personaggi dei membri della sua famiglia (cosa che nel film ribadisce più volte), eppure sia nel film che nella realtà Pamela Travers era una donna troppo chiusa per raccontare certe situazioni così personali della sua infanzia, quindi non so quanta veridicità ci sia in quelle scene. Tutto l’opposto, ovviamente, per quanto riguarda il “presente” del 1964, in cui sono stati visionati (o meglio ascoltati) quei famosi nastri in cui veniva registrato tutto e che spesso riportano fedelmente le stesse battute accadute nella realtà.

Se posso fare un’altro piccolo appuntino, questa volta puramente personale, sulla sceneggiatura, a me personalmente ha fatto rabbrividire la frase iniziale e finale del film, quella frase che abbiamo sentito detta da Bert nel film di “Mary Poppins” e che in questo film viene detta dal padre di Pamela, ovviamente però non anticipo nulla per chi non l'ha ancora visto.

Sul doppiaggio, beh ho davvero poco, pochissimo da dire. I doppiatori dei due protagonisti sono quelli che ormai danno la voce ai due attori da anni. Tom Hanks doppiato da un Angelo Maggi sempre impeccabile ed Emma Thompson doppiata da una bravissima Emanuela Rossi.


 

Trucco e costumi:

Nella recensione precedente (o per lo meno l’ultima che ho scritto e pubblicato, visto che questa è una revisione di una già pubblicata), ho parlato di come i truccatori fossero stati bravissimi a trasformare Tom Hanks in Geppetto. Qui le truccatrici Deborah La Mia Denaver e Julie Hewitt hanno avuto lo stesso talento a trasformarlo in Walt Disney (vi giuro che sembra uguale identico a quello originale), ma ovviamente hanno messo la stessa cura con il personaggio di Pamela Travers e i due fratelli Sherman (i compositori di “Mary Poppins”).

Ai costumi, invece c’era Daniel Orlandi e anche in questo caso la scelta dei vestiti è incredibilmente perfetta. Ho apprezzato molto la scelta degli abiti nei ricordi di Pamela, quei vestiti campagnoli d’altri tempi, un po’ sgualciti e sporchi; ma il mio vestito preferito rimane quello che Emma Thompson, pardon Pamela Travers, indossa alla prima di Mary Poppins, anch’esso perfettamente identico a quello originale che la vera autrice indosso per quell’occasione



Colonna sonora:

Parlando di canzoni, ovviamente non posso non sprecare due parole per la colonna sonora. Una colonna sonora che conosciamo bene, perché è la stessa che ha accompagnato il film originale di Mary Poppins, Thomas Newman ha rielaborato quelle canzoni della nostra infanzia, che ci hanno fatto sognare. "Cancaminin", "Supercalifragilistichespiralidoso", "Con un poco di zucchero" e tante altre. E questa colonna sonora contribuisce a emozionare tutti gli spettatori e soprattutto quelli più grandi che riconoscono bene tutte le canzoni.



È assolutamente un film da vedere, sia per i bambini che per gli adulti, ma soprattutto per chi ha visto e amato quel grande capolavoro che è ed è stato "Mary Poppins". Come al solito lo trovate su Disney+.


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